Albert Swcheitzer - Lo Spirito del Tempo
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Io vivo in totale contrasto con lo spirito del tempo, perché questo non ha alcuna considerazione per il pensiero. Se ciò accade, lo si può spiegare in parte col fatto che il pensiero, finora, non ha raggiunto il suo scopo precipuo. Molto spesso il pensiero era convinto di aver creato, in modo chiaro, una visione del mondo riconoscibile ed eticamente soddisfacente. In seguito, però, è stato costantemente dimostrato che in realtà non vi era riuscito.
Era dunque giustificato avere dei dubbi sulla possibilità che il pensiero fosse in grado di dare una risposta ai problemi relativi al mondo ed al nostro rapporto con il mondo, per poter dare senso e contenuto alla nostra vita.
Oggi l'essere umano, durante l'intera vita, è sottoposto all'influenza di forze che lo vorrebbero spogliare della fiducia nel proprio pensiero. Lo spirito della dipendenza spirituale, al quale dovrebbe arrendersi, è presente in tutto ciò che egli ascolta e legge; è presente nelle persone che incontra; nei partiti e nelle associazioni che ne hanno fatto un adepto; lo è nelle situazioni della vita. Sull'essere umano viene esercitata, da ogni parte e nei modi più svariati, una pressione perché accetti la verità e le convinzioni - necessarie alla sua vita- che gli vogliono imporre le associazioni che vantano dei diritti su di lui. Come, attraverso le luci che illuminano la pubblicità nelle strade delle grandi città, un azienda che possegga un capitale sufficiente per affermarsi esercita una pressione su di lui, ad ogni suo passo, perché scelga il suo lucido da scarpe o i suoi dadi da brodo, così gli vengono continuamente imposte delle convinzioni con la forza. Dunque oggi lo spirito del tempo agisce in modo che l'essere umano rimanga ancorato ad un forte scetticismo nei confronti del proprio pensiero, appunto perché possa accettare delle verità imposte in modo autoritario. E non può opporsi, come sarebbe giusto, a questa pressione incessante, perché è un essere ultraoccupato, disperso, frantumato. Inoltre la mancanza di libertà materiale, connessa per motivi diversi al suo destino, esercita una tale influenza sulla sua mente che, alla fine, egli pensa di non essere nemmeno in grado di salvaguardare il diritto ad avere propri pensieri. Anche l'enorme numero di informazioni e dati, che aumenta di giorno in giorno nel campo del sapere, esercita un'influenza negativa sulla fiducia che egli dovrebbe avere in sè stesso. Non è più in grado di capire e far proprie le nozioni e le scoperte di cui viene a conoscenza, e deve quindi considerare giusto e accettare qualcosa che non ha capito. Questo rapporto con le verità scientifiche lo induce ad essere tentato di ritenere che il proprio discernimento non abbia una forza sufficiente nemmeno per quanto riguarda il proprio pensiero.
Il seme dello scetticismo ha germogliato. Di fatto, l'essere umano moderno non ha più alcuna fiducia spirituale in se stesso. Dietro un atteggiamento sicuro di sè nasconde una profonda insicurezza spirituale; nonostante la sua grande capacità di successo in campo materiale è affetto da atrofia, perché non fa alcun uso della sua capacità di pensare. Rinunciare a pensare è una dichiarazione di bancarotta spirituale. Dove finisce la convinzione che gli esseri umani possano giungere alla verità attraverso il proprio pensiero, inizia lo scetticismo. Coloro che si adoperano per rendere la nostra epoca scettica in questo modo, lo fanno aspettandosi che gli esseri umani, rinunciando ad una verità riconosciuta personalmente, arrivino ad accettare quel che viene loro prospettato come verità in modo autoritario e mediante propaganda. Solo una piccola parte di coloro che si lasciano scoraggiare di fronte alla possibilità di giungere alla verità usando il proprio pensiero trova una compensazione nella verità accettata. La massa rimane scettica: perde il senso della verità e il bisogno della verità, e viene a trovarsi nella situazione di vivere senza pensare, trascinata quà e là in mezzo alle varie opinioni.
Poichè la nostra vita spirituale è totalmente permeata dallo scetticismo, è completamente fradicia e marcia. Per questo viviamo in un mondo pieno di menzogna, sotto ogni punto di vista: vogliamo organizzare anche la verità e, di conseguenza, siamo in procinto di andare in rovina.
Noi possiamo accogliere la verità soltanto se siamo convinti e fiduciosi di potervi giungere mediante il nostro pensiero individuale. La volontà di essere veritieri dev'essere forte come la volontà di verità. Solo un'epoca capace di avere il coraggio della veracità può possedere la verità, come forza spirituale che agisce in essa.
Con la scarsa valorizzazione del pensiero, la nostra generazione ha perso il senso della vericità e con esso anche il senso della verità. Perciò l'unico aiuto che si può dare a questa generazione è di riportarla sulla via del pensiero. Dal momento che ho questa certezza, mi oppongo allo spirito del tempo e, con fiducia, mi assumo la responsabilità di contribuire a riaccendere il fuoco del pensiero.

Alla domanda se sono pessimista oppure ottimista, rispondo che la mia conoscenza è pessimista, mentre la mia volontà e la mia speranza sono ottimiste.
Sono pessimista in quanto vivo in tutta la sua pesantezza in non-senso degli avvenimenti che succedono nel mondo. Soltanto in rarissimi momenti sono stato veramente contento della mia esistenza. Non potevo far altro che condividere tutto il dolore che vedevo intorno a me, non solo il dolore degli esseri umani, ma anche quello del creato. Non ho mai tentato di sottrarmi a questa compassione. Mi sembrava ovvio che tutti dovessimo portare insieme il peso del dolore che c'è nel mondo. Già in passato era chiaro per me che nessuna spiegazione del male presente nel mondo avrebbe potuto soddisfarmi, e che tutte le spiegazioni sfociano in sofisticherie ed in fondo non hanno altro scopo che distogliere l'essere umano da una viva condivisione della povertà presente nel mondo.
Anche se mi sono occupato del problema della povertà nel mondo, non mi sono mai perduto a scevellarmi su questo, ma ho sempre pensato che ciascuno di noi può contribuire a far cessare un pò di quella miseria. Così, molto gradualmente, mi sono convinto che l'unica cosa che possiamo comprendere riguardo a questo problema è che dobbiamo camminare per la nostra strada pronti a portare salvezza. Sono pessimista anche nel mio giudizio sulla situazione in cui si trova oggi l'umanità. Non posso dire a me stesso che la situazione non e' così negativa come sembra, ma sono consapevole che, se continuiamo per la strada che abbiamo imboccato, ci troveremo in un nuovo Medioevo. Mi sta davanti agli occhi, in tutta la sua gravità, la miseria spirituale e materiale alla quale la nostra umanità và incontro rinunciando al pensiero e agli ideali ad esso legati. Ma ciò nonostante rimango ottimista. Ho conservato la fede nella verità, come fede semplice dell'infanzia, che non si può perdere. Ho fiducia che lo spirito che proviene dalla verità sia più forte del potere degli eventi. Secondo la mia visione delle cose, non esiste altro destino per l'umanità se non quello che essa stessa si prepara mediante la propria disposizione mentale. Perciò io non credo che l'umanità debba percorrere sino in fondo il viale del tramonto.

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